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15 maggio 2012 | Radio ManàManà| intervento

Aiuti a Brasile ed India che ci sbeffeggiano

Gli indiani considerano gli ol­tre 350 milioni di euro in aiuti e progetti umanitari che il governo di Londra spende nel loro paese al­la stregua di «noccioline». Non so­lo: uno dei leader del maggior par­ti­to d'opposizione invita l'ex impe­ro coloniale a tenersi i soldi. D'al­tro canto il governo di New Delhi sborsa di tasca sua quasi la stessa cifra per aiutare i paesi poveri in gi­ro per il mondo. L'Italia, che da quasi tre mesi si ritrova con due fucilieri di marina nelle galere indiane, ha continua­to, negli ultimi anni, ad «aiutare» l'India, un paese con un terzo dei poveri del mondo, ma potenza nu­cl­eare ed economica super emer­gente. Solo quest'anno non ci so­no stati «erogazioni per progetti intergovernativi», anche se un progetto a dono a favore delle pic­cole e medie imprese indiane è in fase di conclusione. E la realizza­zione di un'altra iniziativa, «a cre­dito d'aiuto» di 25,8 milioni di eu­ro è sospeso. Nulla rispetto a Lon­dra, ma nel 2010 per la Coopera­zione allo sviluppo l'India era an­cora fra i dieci paesi che «aiutava­mo » di più, con 12 milioni di dolla­ri. Nonostante non fosse una na­zione «prioritaria» dal 2008. Per as­surdo davamo una mano anche al Brasile, che ha messo in libertà il terrorista Cesare Battisti, con 9 mi­lioni di dollari nel 2010. Pure il Bra­sile non è più prioritario, ma spul­ciando nel sito della Cooperazio­ne si scoprono fior fiore di progetti ancora attivi o avviati quando il presidente Lula si rifiutava di estradarlo. Battisti è stato arresta­to­in Brasile nel 2007 e poi definiti­vamente rilasciato, beffando l'Ita­lia, nel 2011.